Candelaio by Giordano Bruno

Candelaio by Giordano Bruno

autore:Giordano Bruno [Bruno, Giordano]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858426593
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


SCENA DODICESIMA

Carubina, Lucia

CARUBINA Al nome sia di Santa Raccasella!

LUCIA Advocata nostra.

CARUBINA Vi par che ne’ gesti e la persona vi rapresenti la s[ignora] Vittoria?

LUCIA Vi giuro per i quindici misterii del rosario, – che ho finiti de dire adesso, – che io medesima, al presente, mi penso essere con essa lei. Sin alla voce e le paroli vi sono accomodatissime. Pur farrete bene a parlargli sempre basso, sotto voce, con essortarlo al simile, fingendo tema di essere udita da vicine, e dall’altre genti di casa che son gionte a muro e muro. Quanto al toccarvi de la faccia, voi l’avete cossí verde1, morbida e piena, come la signora Vittoria, si non alquanto megliore.

CARUBINA Voi farrete che lume non venghi in camera, sin tanto che da me non vi si farrà segno, perché voglio convencere costui d’intenzione e fatto.

LUCIA Oltre che sarrà bene di dar qualche sollazzo alla povera bestia, prima che tormentarla. Fate che scarghe al meno una volta la bisaccia2, per veder con quanta devozione si maneggi.

CARUBINA Oh, quanto a questo, voglio ch’il spasso sii piú vostro che suo! Io me gli mostrarrò tutta infiammata d’amore: e con questo gli piantarrò de baci di orso, lo morsicarrò su le guance, e gli strengerrò le labbra co’ denti, di sorte che sii forzato a farvi udir le strida e gustar de la comedia. Allora dirrò: «Cor mio, vita mia, non cridate, ché sarremo uditi! Perdonami, cor mio, ché questo è per troppo amore!…»

LUCIA Il crederrà per la virtú e forza de l’incanto.

CARUBINA «…Io mi liquefaccio tanto, che ti sorbirrei tutto in sin a l’ossa!»

LUCIA Amor di vipera.

CARUBINA Oh, questo non basta. Poi farrò di modo che mi porga la lingua; e quella voglio premere tanto forte co gli denti, che non la potrà ritrare a suo bel piacere, e non la voglio lasciar, sin tanto che non abbia gittati tre o quattro strida.

LUCIA Ah, ah, ah, ih, ih, ih, ah. Dirrò alla s[ignora] Vittoria: «Questa è la lingua». Potrà egli ben cridare, ma parlar non: questa è alquanto troppo dura, e da fargli uscir l’amor dal culo.

CARUBINA Allor dirrò: «Cor mio bello, mia dolce piaga, anima del mio core, comportami, ti priego, questo eccesso! il mio troppo amare, il mio esser troppo scaldata n’è caggione, questo mi fa freneticare!»

LUCIA Per Santa Pollonia3, ch’avete di bei tiri! Dirrà egli tra sé: «Che canino amor è di costei?»

CARUBINA Fatto questo secondo atto, mostrarrò di volergli concedere l’entrata maestra per una volta, prima che ci colchiamo al letto. M’acconciarrò in atto da chiavare; e tosto che lui arrà cacciato il suo cotale, farrò bene che venghi all’attolite porta, ma prima che gionga all’introibi Re gloria4, voglio apprendergli i testicoli e la verga con due mani, e dirgli: «O ben mio, mio tanto desiderato, o speranza di quest’anima infiammata, prima mi sarran le mani tolte, che tu mi sii tolto da le mani»; e con questo le voglio premere tanto forte, e torcergli come torcesse5 drappi bagnati di bucata. Son certa che le sue mani, in questo caso, non gli serveranno per defendersi.



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